Member State report / Art11 / 2020 / D11 / Italy / Mediterranean: Western Mediterranean Sea
Report type | Member State report to Commission |
MSFD Article | Art. 11 Monitoring programmes (and Art. 17 updates) |
Report due | 2020-10-15 |
GES Descriptor | D11 Energy, incl. underwater noise |
Member State | Italy |
Region/subregion | Mediterranean: Western Mediterranean Sea |
Reported by | ISPRA - Italian National Institute for Environmental Protection and Research |
Report date | 2020-10-13 |
Report access |
Descriptor |
D11 |
D11 |
D11 |
D11 |
D11 |
D11 |
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Monitoring strategy description |
La strategia di monitoraggio ISPRA si attiene alla guidance del TGNoise (2014).
La “Monitoring Guidance for Underwater Noise in European Seas” (Dekeling et al., 2014) prevede per il rumore impulsivo (D11.1) l’implementazione e la popolazione di un registro nazionale del rumore subacqueo (RNR). Questo registro contribuisce al censimento di attività di origine antropica che producano rumori impulsivi nelle Marine Reporting Units (MRU) e permette di programmare e gestire attività future a livello temporale e spaziale.
Un registro prototipo, messo a punto sulla base di indicazioni elaborate del 2015 al 2020, è al presente in rodaggio e ottimizzazione presso ISPRA e verrà implementato su idoneo server al più presto.
L’implementazione del registro consentirà di valutare la procedura per la determinazione delle proposte di valori soglia (TV) che sono in fase di elaborazione da parte del Technical Group on underwater Noise (TGNoise). La corretta determinazione delle Marine Reporting Unit (MRU) sulla base delle caratteristiche degli Habitat e di conseguenza la individuazione di criteri di determinazione dei TV specifici per ogni Marine Reporting Unit (MRU) consentirà di raggiungere i target proposti.
Il processo di individuazione dei valori soglia per il raggiungimento del GES è in fase di elaborazione da parte della EU, pertanto nella fase attuale il GES è “not assessed”.
Per quanto attiene al rumore continuo di origine antropica (traffico navale-shipping noise), criterio D11.2, Ispra ha attivato una serie di attività che consentono a) di raggiungere il target corrente e b) di predisporre il programma di monitoraggio per le tre Marine Reporting Unit (MRU) iniziali, che attualmente corrispondono alle regioni marine di competenza nazionale. La strategia di base per il monitoraggio acustico è stata presentata e pubblicata in Borsani, et al. (2015).
Si sono infatti attivate le ricognizioni presso Enti ed Istituzioni SNPA che parteciperanno alla attuazione del programma di monitoraggio. Sono inoltre stati stipulati protocolli di intesa con soggetti non SNPA che coadiuveranno il sistema nazionale alla messa a sistema di un programma pluriennale di monitoraggio del rumore subacqueo continuo.
Riferimenti:
1) Dekeling, R.P.A., Tasker, M.L., Van der Graaf, A.J., Ainslie, M.A, Andersson, M.H., André, M., Borsani, J.F., Brensing, K., Castellote, M., Cronin, D., Dalen, J., Folegot, T., Leaper, R., Pajala, J., Redman, P., Robinson, S.P., Sigray, P., Sutton, G., Thomsen, F., Wer
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La strategia di monitoraggio ISPRA si attiene alla guidance del TGNoise (2014).
La “Monitoring Guidance for Underwater Noise in European Seas” (Dekeling et al., 2014) prevede per il rumore impulsivo (D11.1) l’implementazione e la popolazione di un registro nazionale del rumore subacqueo (RNR). Questo registro contribuisce al censimento di attività di origine antropica che producano rumori impulsivi nelle Marine Reporting Units (MRU) e permette di programmare e gestire attività future a livello temporale e spaziale.
Un registro prototipo, messo a punto sulla base di indicazioni elaborate del 2015 al 2020, è al presente in rodaggio e ottimizzazione presso ISPRA e verrà implementato su idoneo server al più presto.
L’implementazione del registro consentirà di valutare la procedura per la determinazione delle proposte di valori soglia (TV) che sono in fase di elaborazione da parte del Technical Group on underwater Noise (TGNoise). La corretta determinazione delle Marine Reporting Unit (MRU) sulla base delle caratteristiche degli Habitat e di conseguenza la individuazione di criteri di determinazione dei TV specifici per ogni Marine Reporting Unit (MRU) consentirà di raggiungere i target proposti.
Il processo di individuazione dei valori soglia per il raggiungimento del GES è in fase di elaborazione da parte della EU, pertanto nella fase attuale il GES è “not assessed”.
Per quanto attiene al rumore continuo di origine antropica (traffico navale-shipping noise), criterio D11.2, Ispra ha attivato una serie di attività che consentono a) di raggiungere il target corrente e b) di predisporre il programma di monitoraggio per le tre Marine Reporting Unit (MRU) iniziali, che attualmente corrispondono alle regioni marine di competenza nazionale. La strategia di base per il monitoraggio acustico è stata presentata e pubblicata in Borsani, et al. (2015).
Si sono infatti attivate le ricognizioni presso Enti ed Istituzioni SNPA che parteciperanno alla attuazione del programma di monitoraggio. Sono inoltre stati stipulati protocolli di intesa con soggetti non SNPA che coadiuveranno il sistema nazionale alla messa a sistema di un programma pluriennale di monitoraggio del rumore subacqueo continuo.
Riferimenti:
1) Dekeling, R.P.A., Tasker, M.L., Van der Graaf, A.J., Ainslie, M.A, Andersson, M.H., André, M., Borsani, J.F., Brensing, K., Castellote, M., Cronin, D., Dalen, J., Folegot, T., Leaper, R., Pajala, J., Redman, P., Robinson, S.P., Sigray, P., Sutton, G., Thomsen, F., Wer
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La strategia di monitoraggio ISPRA si attiene alla guidance del TGNoise (2014).
La “Monitoring Guidance for Underwater Noise in European Seas” (Dekeling et al., 2014) prevede per il rumore impulsivo (D11.1) l’implementazione e la popolazione di un registro nazionale del rumore subacqueo (RNR). Questo registro contribuisce al censimento di attività di origine antropica che producano rumori impulsivi nelle Marine Reporting Units (MRU) e permette di programmare e gestire attività future a livello temporale e spaziale.
Un registro prototipo, messo a punto sulla base di indicazioni elaborate del 2015 al 2020, è al presente in rodaggio e ottimizzazione presso ISPRA e verrà implementato su idoneo server al più presto.
L’implementazione del registro consentirà di valutare la procedura per la determinazione delle proposte di valori soglia (TV) che sono in fase di elaborazione da parte del Technical Group on underwater Noise (TGNoise). La corretta determinazione delle Marine Reporting Unit (MRU) sulla base delle caratteristiche degli Habitat e di conseguenza la individuazione di criteri di determinazione dei TV specifici per ogni Marine Reporting Unit (MRU) consentirà di raggiungere i target proposti.
Il processo di individuazione dei valori soglia per il raggiungimento del GES è in fase di elaborazione da parte della EU, pertanto nella fase attuale il GES è “not assessed”.
Per quanto attiene al rumore continuo di origine antropica (traffico navale-shipping noise), criterio D11.2, Ispra ha attivato una serie di attività che consentono a) di raggiungere il target corrente e b) di predisporre il programma di monitoraggio per le tre Marine Reporting Unit (MRU) iniziali, che attualmente corrispondono alle regioni marine di competenza nazionale. La strategia di base per il monitoraggio acustico è stata presentata e pubblicata in Borsani, et al. (2015).
Si sono infatti attivate le ricognizioni presso Enti ed Istituzioni SNPA che parteciperanno alla attuazione del programma di monitoraggio. Sono inoltre stati stipulati protocolli di intesa con soggetti non SNPA che coadiuveranno il sistema nazionale alla messa a sistema di un programma pluriennale di monitoraggio del rumore subacqueo continuo.
Riferimenti:
1) Dekeling, R.P.A., Tasker, M.L., Van der Graaf, A.J., Ainslie, M.A, Andersson, M.H., André, M., Borsani, J.F., Brensing, K., Castellote, M., Cronin, D., Dalen, J., Folegot, T., Leaper, R., Pajala, J., Redman, P., Robinson, S.P., Sigray, P., Sutton, G., Thomsen, F., Wer
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La strategia di monitoraggio ISPRA si attiene alla guidance del TGNoise (2014).
La “Monitoring Guidance for Underwater Noise in European Seas” (Dekeling et al., 2014) prevede per il rumore impulsivo (D11.1) l’implementazione e la popolazione di un registro nazionale del rumore subacqueo (RNR). Questo registro contribuisce al censimento di attività di origine antropica che producano rumori impulsivi nelle Marine Reporting Units (MRU) e permette di programmare e gestire attività future a livello temporale e spaziale.
Un registro prototipo, messo a punto sulla base di indicazioni elaborate del 2015 al 2020, è al presente in rodaggio e ottimizzazione presso ISPRA e verrà implementato su idoneo server al più presto.
L’implementazione del registro consentirà di valutare la procedura per la determinazione delle proposte di valori soglia (TV) che sono in fase di elaborazione da parte del Technical Group on underwater Noise (TGNoise). La corretta determinazione delle Marine Reporting Unit (MRU) sulla base delle caratteristiche degli Habitat e di conseguenza la individuazione di criteri di determinazione dei TV specifici per ogni Marine Reporting Unit (MRU) consentirà di raggiungere i target proposti.
Il processo di individuazione dei valori soglia per il raggiungimento del GES è in fase di elaborazione da parte della EU, pertanto nella fase attuale il GES è “not assessed”.
Per quanto attiene al rumore continuo di origine antropica (traffico navale-shipping noise), criterio D11.2, Ispra ha attivato una serie di attività che consentono a) di raggiungere il target corrente e b) di predisporre il programma di monitoraggio per le tre Marine Reporting Unit (MRU) iniziali, che attualmente corrispondono alle regioni marine di competenza nazionale. La strategia di base per il monitoraggio acustico è stata presentata e pubblicata in Borsani, et al. (2015).
Si sono infatti attivate le ricognizioni presso Enti ed Istituzioni SNPA che parteciperanno alla attuazione del programma di monitoraggio. Sono inoltre stati stipulati protocolli di intesa con soggetti non SNPA che coadiuveranno il sistema nazionale alla messa a sistema di un programma pluriennale di monitoraggio del rumore subacqueo continuo.
Riferimenti:
1) Dekeling, R.P.A., Tasker, M.L., Van der Graaf, A.J., Ainslie, M.A, Andersson, M.H., André, M., Borsani, J.F., Brensing, K., Castellote, M., Cronin, D., Dalen, J., Folegot, T., Leaper, R., Pajala, J., Redman, P., Robinson, S.P., Sigray, P., Sutton, G., Thomsen, F., Wer
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La strategia di monitoraggio ISPRA si attiene alla guidance del TGNoise (2014).
La “Monitoring Guidance for Underwater Noise in European Seas” (Dekeling et al., 2014) prevede per il rumore impulsivo (D11.1) l’implementazione e la popolazione di un registro nazionale del rumore subacqueo (RNR). Questo registro contribuisce al censimento di attività di origine antropica che producano rumori impulsivi nelle Marine Reporting Units (MRU) e permette di programmare e gestire attività future a livello temporale e spaziale.
Un registro prototipo, messo a punto sulla base di indicazioni elaborate del 2015 al 2020, è al presente in rodaggio e ottimizzazione presso ISPRA e verrà implementato su idoneo server al più presto.
L’implementazione del registro consentirà di valutare la procedura per la determinazione delle proposte di valori soglia (TV) che sono in fase di elaborazione da parte del Technical Group on underwater Noise (TGNoise). La corretta determinazione delle Marine Reporting Unit (MRU) sulla base delle caratteristiche degli Habitat e di conseguenza la individuazione di criteri di determinazione dei TV specifici per ogni Marine Reporting Unit (MRU) consentirà di raggiungere i target proposti.
Il processo di individuazione dei valori soglia per il raggiungimento del GES è in fase di elaborazione da parte della EU, pertanto nella fase attuale il GES è “not assessed”.
Per quanto attiene al rumore continuo di origine antropica (traffico navale-shipping noise), criterio D11.2, Ispra ha attivato una serie di attività che consentono a) di raggiungere il target corrente e b) di predisporre il programma di monitoraggio per le tre Marine Reporting Unit (MRU) iniziali, che attualmente corrispondono alle regioni marine di competenza nazionale. La strategia di base per il monitoraggio acustico è stata presentata e pubblicata in Borsani, et al. (2015).
Si sono infatti attivate le ricognizioni presso Enti ed Istituzioni SNPA che parteciperanno alla attuazione del programma di monitoraggio. Sono inoltre stati stipulati protocolli di intesa con soggetti non SNPA che coadiuveranno il sistema nazionale alla messa a sistema di un programma pluriennale di monitoraggio del rumore subacqueo continuo.
Riferimenti:
1) Dekeling, R.P.A., Tasker, M.L., Van der Graaf, A.J., Ainslie, M.A, Andersson, M.H., André, M., Borsani, J.F., Brensing, K., Castellote, M., Cronin, D., Dalen, J., Folegot, T., Leaper, R., Pajala, J., Redman, P., Robinson, S.P., Sigray, P., Sutton, G., Thomsen, F., Wer
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La strategia di monitoraggio ISPRA si attiene alla guidance del TGNoise (2014).
La “Monitoring Guidance for Underwater Noise in European Seas” (Dekeling et al., 2014) prevede per il rumore impulsivo (D11.1) l’implementazione e la popolazione di un registro nazionale del rumore subacqueo (RNR). Questo registro contribuisce al censimento di attività di origine antropica che producano rumori impulsivi nelle Marine Reporting Units (MRU) e permette di programmare e gestire attività future a livello temporale e spaziale.
Un registro prototipo, messo a punto sulla base di indicazioni elaborate del 2015 al 2020, è al presente in rodaggio e ottimizzazione presso ISPRA e verrà implementato su idoneo server al più presto.
L’implementazione del registro consentirà di valutare la procedura per la determinazione delle proposte di valori soglia (TV) che sono in fase di elaborazione da parte del Technical Group on underwater Noise (TGNoise). La corretta determinazione delle Marine Reporting Unit (MRU) sulla base delle caratteristiche degli Habitat e di conseguenza la individuazione di criteri di determinazione dei TV specifici per ogni Marine Reporting Unit (MRU) consentirà di raggiungere i target proposti.
Il processo di individuazione dei valori soglia per il raggiungimento del GES è in fase di elaborazione da parte della EU, pertanto nella fase attuale il GES è “not assessed”.
Per quanto attiene al rumore continuo di origine antropica (traffico navale-shipping noise), criterio D11.2, Ispra ha attivato una serie di attività che consentono a) di raggiungere il target corrente e b) di predisporre il programma di monitoraggio per le tre Marine Reporting Unit (MRU) iniziali, che attualmente corrispondono alle regioni marine di competenza nazionale. La strategia di base per il monitoraggio acustico è stata presentata e pubblicata in Borsani, et al. (2015).
Si sono infatti attivate le ricognizioni presso Enti ed Istituzioni SNPA che parteciperanno alla attuazione del programma di monitoraggio. Sono inoltre stati stipulati protocolli di intesa con soggetti non SNPA che coadiuveranno il sistema nazionale alla messa a sistema di un programma pluriennale di monitoraggio del rumore subacqueo continuo.
Riferimenti:
1) Dekeling, R.P.A., Tasker, M.L., Van der Graaf, A.J., Ainslie, M.A, Andersson, M.H., André, M., Borsani, J.F., Brensing, K., Castellote, M., Cronin, D., Dalen, J., Folegot, T., Leaper, R., Pajala, J., Redman, P., Robinson, S.P., Sigray, P., Sutton, G., Thomsen, F., Wer
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Coverage of GES criteria |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Gaps and plans |
T11.1 - Adequate monitoring will be in place by 2024
T11.2 - Adequate monitoring will be in place by 2024 |
T11.1 - Adequate monitoring will be in place by 2024
T11.2 - Adequate monitoring will be in place by 2024 |
T11.1 - Adequate monitoring will be in place by 2024
T11.2 - Adequate monitoring will be in place by 2024 |
T11.1 - Adequate monitoring will be in place by 2024
T11.2 - Adequate monitoring will be in place by 2024 |
T11.1 - Adequate monitoring will be in place by 2024
T11.2 - Adequate monitoring will be in place by 2024 |
T11.1 - Adequate monitoring will be in place by 2024
T11.2 - Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Related targets |
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Coverage of targets |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Related measures |
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Coverage of measures |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Adequate monitoring will be in place by 2024 |
Related monitoring programmes |
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Programme code |
MADIT_D11_01 |
MADIT_D11_02 |
MICIT-D11_01 |
MICIT-D11_02 |
MWEIT-D11_01 |
MWEIT-D11_02 |
Programme name |
Rumore subacqueo suoni impulsivi di origine antropica |
Rumore subacqueo suoni continui di origine antropica |
Rumore subacqueo suoni impulsivi di origine antropica |
Rumore subacqueo suoni continui di origine antropica |
Rumore subacqueo suoni impulsivi di origine antropica |
Rumore subacqueo suoni continui di origine antropica |
Update type |
New programme |
New programme |
New programme |
New programme |
New programme |
New programme |
Old programme codes |
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Programme description |
Sono ideate tre fasi di implementazione:
1) formulazione di un piano di formazione rivolto alla ARPA in merito alla raccolta, analisi e reporting di dati acustici secondo un metodo concordato uguale per tutte; tale formazione verrà erogata anche a soggetti diversi, per esempio Marina Militare, che partecipino alla raccolta ed elaborazione dati, in modo da uniformare la procedura a livelli nazionale e garantire la qualità del dato da riportare in EU.
2) Individuazione di siti idonei per effettuare i campionamenti e per portarli a sistema.
Si prevede di realizzare un massimo di sue stazioni di monitoraggio per ogni sottoregione (Mediterraneo Occidentale, Mediterraneo Centrale e Ionio, Mare Adriatico), ove concordato nel 2020 con la eventuale partecipazione di altri stati membri. I soggetti esecutori dei programmi di monitoraggio sono le ARPA, inserite nel SNPA, supportate ove necessario da ISPRA e da idonei partner scientifici a livello locale. Le stazioni di monitoraggio sono scelte in base ai criteri dettati dalla guidance EU, e in particolare, varrà data precedenza al monitoraggio di categoria A, per stabilire le informazioni necessarie a validare le previsioni di impatto acustico. Dato che il suono subacqueo viaggia a lunghe distanze, e che le bande sonore determinate dalla MSFD (bande in terzi di ottava centrate rispettivamente a 63Hz e 125Hz) sono dominate dal traffico navale, riteniamo opportune misurare prioritariamente siti che si trovino distanti dalla rotte navali prevalenti in modo da potere monitorare la diversità di suoni ambientali in maniera equilibrata. Questa strategia è idonea al monitoraggio a livello regionale, abbiamo pertanto preso contatti con Francia, Malta e Slovenia al riguardo.
Al fine di validare i dati raccolti con il monitoraggio in categoria A, si ritiene che, una volta cominciati ad arrivare i risultati deli primi monitoraggi A, sarà opportuno valutare se incrementare la copertura spaziale di questo tipo di monitoraggio o se in aggiunta attivare il monitoraggio di categoria B, che invece avviene in prossimità delle rotte navali per apprezzare con l’ausilio di sistemi di identificazione del traffico, vedi AIS o VTS, le singole sorgenti e poter di conseguenza validare i modelli di trasmissione sonora utilizzati per calcolare i livelli estrapolati dalle misure in categoria A. La procedura di scelta dei siti è stata già elaborata da ISPRA (Borsani, et al., 2015) e verrà aggiornata nel 2020 con la pubblicazione di importante guida
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Sono ideate tre fasi di implementazione:
1) formulazione di un piano di formazione rivolto alla ARPA in merito alla raccolta, analisi e reporting di dati acustici secondo un metodo concordato uguale per tutte; tale formazione verrà erogata anche a soggetti diversi, per esempio Marina Militare, che partecipino alla raccolta ed elaborazione dati, in modo da uniformare la procedura a livelli nazionale e garantire la qualità del dato da riportare in EU.
2) Individuazione di siti idonei per effettuare i campionamenti e per portarli a sistema.
Si prevede di realizzare un massimo di sue stazioni di monitoraggio per ogni sottoregione (Mediterraneo Occidentale, Mediterraneo Centrale e Ionio, Mare Adriatico), ove concordato nel 2020 con la eventuale partecipazione di altri stati membri. I soggetti esecutori dei programmi di monitoraggio sono le ARPA, inserite nel SNPA, supportate ove necessario da ISPRA e da idonei partner scientifici a livello locale. Le stazioni di monitoraggio sono scelte in base ai criteri dettati dalla guidance EU, e in particolare, varrà data precedenza al monitoraggio di categoria A, per stabilire le informazioni necessarie a validare le previsioni di impatto acustico. Dato che il suono subacqueo viaggia a lunghe distanze, e che le bande sonore determinate dalla MSFD (bande in terzi di ottava centrate rispettivamente a 63Hz e 125Hz) sono dominate dal traffico navale, riteniamo opportune misurare prioritariamente siti che si trovino distanti dalla rotte navali prevalenti in modo da potere monitorare la diversità di suoni ambientali in maniera equilibrata. Questa strategia è idonea al monitoraggio a livello regionale, abbiamo pertanto preso contatti con Francia, Malta e Slovenia al riguardo.
Al fine di validare i dati raccolti con il monitoraggio in categoria A, si ritiene che, una volta cominciati ad arrivare i risultati deli primi monitoraggi A, sarà opportuno valutare se incrementare la copertura spaziale di questo tipo di monitoraggio o se in aggiunta attivare il monitoraggio di categoria B, che invece avviene in prossimità delle rotte navali per apprezzare con l’ausilio di sistemi di identificazione del traffico, vedi AIS o VTS, le singole sorgenti e poter di conseguenza validare i modelli di trasmissione sonora utilizzati per calcolare i livelli estrapolati dalle misure in categoria A. La procedura di scelta dei siti è stata già elaborata da ISPRA (Borsani, et al., 2015) e verrà aggiornata nel 2020 con la pubblicazione di importante guida
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Sono ideate tre fasi di implementazione:
1) formulazione di un piano di formazione rivolto alla ARPA in merito alla raccolta, analisi e reporting di dati acustici secondo un metodo concordato uguale per tutte; tale formazione verrà erogata anche a soggetti diversi, per esempio Marina Militare, che partecipino alla raccolta ed elaborazione dati, in modo da uniformare la procedura a livelli nazionale e garantire la qualità del dato da riportare in EU.
2) Individuazione di siti idonei per effettuare i campionamenti e per portarli a sistema.
Si prevede di realizzare un massimo di sue stazioni di monitoraggio per ogni sottoregione (Mediterraneo Occidentale, Mediterraneo Centrale e Ionio, Mare Adriatico), ove concordato nel 2020 con la eventuale partecipazione di altri stati membri. I soggetti esecutori dei programmi di monitoraggio sono le ARPA, inserite nel SNPA, supportate ove necessario da ISPRA e da idonei partner scientifici a livello locale. Le stazioni di monitoraggio sono scelte in base ai criteri dettati dalla guidance EU, e in particolare, varrà data precedenza al monitoraggio di categoria A, per stabilire le informazioni necessarie a validare le previsioni di impatto acustico. Dato che il suono subacqueo viaggia a lunghe distanze, e che le bande sonore determinate dalla MSFD (bande in terzi di ottava centrate rispettivamente a 63Hz e 125Hz) sono dominate dal traffico navale, riteniamo opportune misurare prioritariamente siti che si trovino distanti dalla rotte navali prevalenti in modo da potere monitorare la diversità di suoni ambientali in maniera equilibrata. Questa strategia è idonea al monitoraggio a livello regionale, abbiamo pertanto preso contatti con Francia, Malta e Slovenia al riguardo.
Al fine di validare i dati raccolti con il monitoraggio in categoria A, si ritiene che, una volta cominciati ad arrivare i risultati deli primi monitoraggi A, sarà opportuno valutare se incrementare la copertura spaziale di questo tipo di monitoraggio o se in aggiunta attivare il monitoraggio di categoria B, che invece avviene in prossimità delle rotte navali per apprezzare con l’ausilio di sistemi di identificazione del traffico, vedi AIS o VTS, le singole sorgenti e poter di conseguenza validare i modelli di trasmissione sonora utilizzati per calcolare i livelli estrapolati dalle misure in categoria A. La procedura di scelta dei siti è stata già elaborata da ISPRA (Borsani, et al., 2015) e verrà aggiornata nel 2020 con la pubblicazione di importante guida
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Sono ideate tre fasi di implementazione:
1) formulazione di un piano di formazione rivolto alla ARPA in merito alla raccolta, analisi e reporting di dati acustici secondo un metodo concordato uguale per tutte; tale formazione verrà erogata anche a soggetti diversi, per esempio Marina Militare, che partecipino alla raccolta ed elaborazione dati, in modo da uniformare la procedura a livelli nazionale e garantire la qualità del dato da riportare in EU.
2) Individuazione di siti idonei per effettuare i campionamenti e per portarli a sistema.
Si prevede di realizzare un massimo di sue stazioni di monitoraggio per ogni sottoregione (Mediterraneo Occidentale, Mediterraneo Centrale e Ionio, Mare Adriatico), ove concordato nel 2020 con la eventuale partecipazione di altri stati membri. I soggetti esecutori dei programmi di monitoraggio sono le ARPA, inserite nel SNPA, supportate ove necessario da ISPRA e da idonei partner scientifici a livello locale. Le stazioni di monitoraggio sono scelte in base ai criteri dettati dalla guidance EU, e in particolare, varrà data precedenza al monitoraggio di categoria A, per stabilire le informazioni necessarie a validare le previsioni di impatto acustico. Dato che il suono subacqueo viaggia a lunghe distanze, e che le bande sonore determinate dalla MSFD (bande in terzi di ottava centrate rispettivamente a 63Hz e 125Hz) sono dominate dal traffico navale, riteniamo opportune misurare prioritariamente siti che si trovino distanti dalla rotte navali prevalenti in modo da potere monitorare la diversità di suoni ambientali in maniera equilibrata. Questa strategia è idonea al monitoraggio a livello regionale, abbiamo pertanto preso contatti con Francia, Malta e Slovenia al riguardo.
Al fine di validare i dati raccolti con il monitoraggio in categoria A, si ritiene che, una volta cominciati ad arrivare i risultati deli primi monitoraggi A, sarà opportuno valutare se incrementare la copertura spaziale di questo tipo di monitoraggio o se in aggiunta attivare il monitoraggio di categoria B, che invece avviene in prossimità delle rotte navali per apprezzare con l’ausilio di sistemi di identificazione del traffico, vedi AIS o VTS, le singole sorgenti e poter di conseguenza validare i modelli di trasmissione sonora utilizzati per calcolare i livelli estrapolati dalle misure in categoria A. La procedura di scelta dei siti è stata già elaborata da ISPRA (Borsani, et al., 2015) e verrà aggiornata nel 2020 con la pubblicazione di importante guida
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Sono ideate tre fasi di implementazione:
1) formulazione di un piano di formazione rivolto alla ARPA in merito alla raccolta, analisi e reporting di dati acustici secondo un metodo concordato uguale per tutte; tale formazione verrà erogata anche a soggetti diversi, per esempio Marina Militare, che partecipino alla raccolta ed elaborazione dati, in modo da uniformare la procedura a livelli nazionale e garantire la qualità del dato da riportare in EU.
2) Individuazione di siti idonei per effettuare i campionamenti e per portarli a sistema.
Si prevede di realizzare un massimo di sue stazioni di monitoraggio per ogni sottoregione (Mediterraneo Occidentale, Mediterraneo Centrale e Ionio, Mare Adriatico), ove concordato nel 2020 con la eventuale partecipazione di altri stati membri. I soggetti esecutori dei programmi di monitoraggio sono le ARPA, inserite nel SNPA, supportate ove necessario da ISPRA e da idonei partner scientifici a livello locale. Le stazioni di monitoraggio sono scelte in base ai criteri dettati dalla guidance EU, e in particolare, varrà data precedenza al monitoraggio di categoria A, per stabilire le informazioni necessarie a validare le previsioni di impatto acustico. Dato che il suono subacqueo viaggia a lunghe distanze, e che le bande sonore determinate dalla MSFD (bande in terzi di ottava centrate rispettivamente a 63Hz e 125Hz) sono dominate dal traffico navale, riteniamo opportune misurare prioritariamente siti che si trovino distanti dalla rotte navali prevalenti in modo da potere monitorare la diversità di suoni ambientali in maniera equilibrata. Questa strategia è idonea al monitoraggio a livello regionale, abbiamo pertanto preso contatti con Francia, Malta e Slovenia al riguardo.
Al fine di validare i dati raccolti con il monitoraggio in categoria A, si ritiene che, una volta cominciati ad arrivare i risultati deli primi monitoraggi A, sarà opportuno valutare se incrementare la copertura spaziale di questo tipo di monitoraggio o se in aggiunta attivare il monitoraggio di categoria B, che invece avviene in prossimità delle rotte navali per apprezzare con l’ausilio di sistemi di identificazione del traffico, vedi AIS o VTS, le singole sorgenti e poter di conseguenza validare i modelli di trasmissione sonora utilizzati per calcolare i livelli estrapolati dalle misure in categoria A. La procedura di scelta dei siti è stata già elaborata da ISPRA (Borsani, et al., 2015) e verrà aggiornata nel 2020 con la pubblicazione di importante guida
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Sono ideate tre fasi di implementazione:
1) formulazione di un piano di formazione rivolto alla ARPA in merito alla raccolta, analisi e reporting di dati acustici secondo un metodo concordato uguale per tutte; tale formazione verrà erogata anche a soggetti diversi, per esempio Marina Militare, che partecipino alla raccolta ed elaborazione dati, in modo da uniformare la procedura a livelli nazionale e garantire la qualità del dato da riportare in EU.
2) Individuazione di siti idonei per effettuare i campionamenti e per portarli a sistema.
Si prevede di realizzare un massimo di sue stazioni di monitoraggio per ogni sottoregione (Mediterraneo Occidentale, Mediterraneo Centrale e Ionio, Mare Adriatico), ove concordato nel 2020 con la eventuale partecipazione di altri stati membri. I soggetti esecutori dei programmi di monitoraggio sono le ARPA, inserite nel SNPA, supportate ove necessario da ISPRA e da idonei partner scientifici a livello locale. Le stazioni di monitoraggio sono scelte in base ai criteri dettati dalla guidance EU, e in particolare, varrà data precedenza al monitoraggio di categoria A, per stabilire le informazioni necessarie a validare le previsioni di impatto acustico. Dato che il suono subacqueo viaggia a lunghe distanze, e che le bande sonore determinate dalla MSFD (bande in terzi di ottava centrate rispettivamente a 63Hz e 125Hz) sono dominate dal traffico navale, riteniamo opportune misurare prioritariamente siti che si trovino distanti dalla rotte navali prevalenti in modo da potere monitorare la diversità di suoni ambientali in maniera equilibrata. Questa strategia è idonea al monitoraggio a livello regionale, abbiamo pertanto preso contatti con Francia, Malta e Slovenia al riguardo.
Al fine di validare i dati raccolti con il monitoraggio in categoria A, si ritiene che, una volta cominciati ad arrivare i risultati deli primi monitoraggi A, sarà opportuno valutare se incrementare la copertura spaziale di questo tipo di monitoraggio o se in aggiunta attivare il monitoraggio di categoria B, che invece avviene in prossimità delle rotte navali per apprezzare con l’ausilio di sistemi di identificazione del traffico, vedi AIS o VTS, le singole sorgenti e poter di conseguenza validare i modelli di trasmissione sonora utilizzati per calcolare i livelli estrapolati dalle misure in categoria A. La procedura di scelta dei siti è stata già elaborata da ISPRA (Borsani, et al., 2015) e verrà aggiornata nel 2020 con la pubblicazione di importante guida
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Monitoring purpose |
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Other policies and conventions |
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Regional cooperation - coordinating body |
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Regional cooperation - countries involved |
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Regional cooperation - implementation level |
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Monitoring details |
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Features |
Impulsive sound in water
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Continuous low frequency sound
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Impulsive sound in water
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Continuous low frequency sound
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Impulsive sound in water
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Continuous low frequency sound
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Elements |
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GES criteria |
D11C1 |
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D11C2 |
D11C1 |
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Parameters |
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Parameter Other |
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Spatial scope |
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Marine reporting units |
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Temporal scope (start date - end date) |
2021-2026 |
2021-2026 |
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2021-2026 |
2021-2026 |
2021-2026 |
Monitoring frequency |
Unknown |
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Unknown |
Unknown |
Unknown |
Unknown |
Monitoring type |
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Monitoring method |
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Monitoring method other |
Guidance del TGNoise e del progetto QueitMed2 |
Guidance del TGNoise e del progetto QueitMed2 |
Guidance del TGNoise e del progetto QueitMed2 |
Guidance del TGNoise e del progetto QueitMed2 |
Guidance del TGNoise e del progetto QueitMed2 |
Guidance del TGNoise e del progetto QueitMed2 |
Quality control |
I dati di monitoraggio sono raccolti secondo standard informativi elaborati e condivisi con i soggetti attuatori che definiscono le informazioni da trasmettere in termini di formato (testo, numerico, data, etc.), valori ammissibili secondo liste predefinite (liste di contaminanti, specie, habitat, etc.), univocità dei codici utilizzati e relazione tra oggetti (stazioni/campioni, area/sito/transetto, etc.). Un primo livello di controllo formale della qualità del dato viene effettuato in automatico sul SIC – Sistema Informativo Centralizzato rispetto alla conformità dei dati forniti e rispetto a quanto richiesto dallo standard informativo. Un secondo livello di controllo della qualità si avvale di strumenti di analisi statistica volti ad identificare eventuali valori anomali o fuori scala, rimettendo al giudizio esperto il controllo di qualità complessivo del dato. Nel secondo livello ci si avvale di criteri di valutazione condivisi con i soggetti attuatori.
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I dati di monitoraggio sono raccolti secondo standard informativi elaborati e condivisi con i soggetti attuatori che definiscono le informazioni da trasmettere in termini di formato (testo, numerico, data, etc.), valori ammissibili secondo liste predefinite (liste di contaminanti, specie, habitat, etc.), univocità dei codici utilizzati e relazione tra oggetti (stazioni/campioni, area/sito/transetto, etc.). Un primo livello di controllo formale della qualità del dato viene effettuato in automatico sul SIC – Sistema Informativo Centralizzato rispetto alla conformità dei dati forniti e rispetto a quanto richiesto dallo standard informativo. Un secondo livello di controllo della qualità si avvale di strumenti di analisi statistica volti ad identificare eventuali valori anomali o fuori scala, rimettendo al giudizio esperto il controllo di qualità complessivo del dato. Nel secondo livello ci si avvale di criteri di valutazione condivisi con i soggetti attuatori.
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I dati di monitoraggio sono raccolti secondo standard informativi elaborati e condivisi con i soggetti attuatori che definiscono le informazioni da trasmettere in termini di formato (testo, numerico, data, etc.), valori ammissibili secondo liste predefinite (liste di contaminanti, specie, habitat, etc.), univocità dei codici utilizzati e relazione tra oggetti (stazioni/campioni, area/sito/transetto, etc.). Un primo livello di controllo formale della qualità del dato viene effettuato in automatico sul SIC – Sistema Informativo Centralizzato rispetto alla conformità dei dati forniti e rispetto a quanto richiesto dallo standard informativo. Un secondo livello di controllo della qualità si avvale di strumenti di analisi statistica volti ad identificare eventuali valori anomali o fuori scala, rimettendo al giudizio esperto il controllo di qualità complessivo del dato. Nel secondo livello ci si avvale di criteri di valutazione condivisi con i soggetti attuatori.
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I dati di monitoraggio sono raccolti secondo standard informativi elaborati e condivisi con i soggetti attuatori che definiscono le informazioni da trasmettere in termini di formato (testo, numerico, data, etc.), valori ammissibili secondo liste predefinite (liste di contaminanti, specie, habitat, etc.), univocità dei codici utilizzati e relazione tra oggetti (stazioni/campioni, area/sito/transetto, etc.). Un primo livello di controllo formale della qualità del dato viene effettuato in automatico sul SIC – Sistema Informativo Centralizzato rispetto alla conformità dei dati forniti e rispetto a quanto richiesto dallo standard informativo. Un secondo livello di controllo della qualità si avvale di strumenti di analisi statistica volti ad identificare eventuali valori anomali o fuori scala, rimettendo al giudizio esperto il controllo di qualità complessivo del dato. Nel secondo livello ci si avvale di criteri di valutazione condivisi con i soggetti attuatori.
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